Avete presente il quadro di Magritte "L'impero delle luci"? Beh, se non l'avete presente, eccolo:
La caratteristica principale è di avere il cielo diurno e il lampione davanti alla casa acceso, come se fosse notte. Beh, nel mio piccolo ho beccato lo stesso effetto questa sera dal terrazzo di casa mia. Ecco una delle foto che ho fatto:
Notte sotto, quasi giorno sopra!
luce-buioNon c'è momento in cui non ci si trovi a scegliere tra bianco o nero.. a volte non c'è nemmeno il grigio in mezzo!
bene-male
calma-caos
idee chiare-idee confuse
partire-restare
Si deve per forza scegliere?
Il problema non è la risposta, il problema è la domanda.La domanda è: "Cosa hai da perdere?"
Pillola blu: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio.Follow the white rabbit?
2 commenti:
Penso che nella vita non ci si trovi mai a scegliere tra due alternative secche o tra più possibilità che si differenziano gradualmente passando da un estremo all'altro. Nella vita, per quello che è la mia esperienza, ci si trova semplicemente a riflettere su ciò che si vuole.
A tal proposito ecco il paradosso dell'asino di Buridano, filosofo medievale: per la verità non un grande filosofo, ma uno che ha saputo criticare il maestro (questi sono i veri discepoli!) e ha fatto alcune riflessioni sulla volontà dell'uomo.
C'è un asino che ha davanti a sé due ceste di foraggio: le ceste sono della stessa dimensione, alla stessa distanza, riempite con la stessa quantità di foraggio. Dal punto di vista dell'asino una non merita più attenzione dell'altra. Allora a quale cesta l'asino
deciderà di avvicinarsi per mangiare? Risposta: l'asino non si avvicinerà a nessuna delle due ceste e combattuto tra dove andare morirà di fame, infatti non ha nessuna ragione per scegliere una rispetto all'altra.
Anche secondo me è così, solo che nella realtà non esistono alternative esattamente identiche ai nostri sensi e al nostro intelletto, come non esistono le figure della geometria euclidea, i piani senza attrito, e forse neanche il bosone di Higgs!
Quindi la domanda non è "cosa ho da perdere?": infatti anche se partire fosse una scelta apparentemente con più vantaggi, uno può tranquillamente decidere di rinunciarvi se non sente che è una cosa buona per sé. Niente è buono (o cattivo) in sé a priori e la scelta giusta è quella che compierai, qualunque essa sia. Quindi la domanda è "cosa voglio?".
Partire ti porterà a fronteggiare situazioni decisamente nuove e ti darà opportunità di crescita personale, ma non è detto che ti renda necessariamente più ricco o felice. Anche restando avrai opportunità di crescita fronteggiando le situazioni che ti si presenteranno, all'interno di uno scenario più abituale per te. In contesti diversi non è detto che si cambi e si migliori necessariamente: dipenderà sempre da te rispondere positivamente alle sollecitazioni da ovunque esse provengano.
Un esempio: anche a Londra l'inglese dovrai studiarlo non lo imparerai per osmosi, anche se sarà 1000 volte più facile (ed è il solo modo per imparare la pronuncia). Sono in USA da un giorno e mi sembra già di saperlo parlare meglio. Quanto meno vedo che la gente mi capisce e la cosa mi conforta e mi spinge ad essere meno timido e a provarci un po' di più. Essere là può sembrare come sedersi ad una tavola finemente apparecchiata rispetto a quella a cui ti siedi tutti i giorni: posate d'argento, bicchieri di cristallo, piatti di pregevole porcellana... ma in ogni caso la pastasciutta la devi fare tu!
So make the white rabbit follow you! :)
Max, sono in parziale "disaccordo" con te, nel senso che è vero che si tratta di scegliere quello che si vuole, ma purtoppo a me sembra che questo porti sempre a fare una scelta tra due (se si è fortunati) o più alternative.
E' verissimo che non ce n'è una giusta e una sbagliata, ma tipicamente a me sembra che si debba sempre scendere a compromessi con quello che si vuole e quello che si può ottenere dalle varie alternative. Ci fosse l'alternativa che soddisfa tutto quello che voglio, non sarei indeciso! ;-)
Proprio ieri pensavo al mio processo decisionale, e me lo sono figurato come la finestrella di installazione di un software, con la barra che si colora man mano che i file vengono copiati sul PC. 10%... 20%... e così via fino al 100%. Ecco, io a seconda delle situazioni coloro la barra in 3 minuti o in sei mesi. Al contrario di InstallShield mi capita spesso che la barra torni indietro, per poi andare avanti, magari poi si ferma...
Ricordo che fu così anche per decidere di andare all'università! Ci ho messo un anno scolastico ad arrivare al 100%!
Non sempre dipende dall'importanza delle conseguenze della scelta. Mi è capitato di decidere quasi al volo per cose molto importanti perchè non avevo dubbi (es. smetto di giocare a calcio per fare solo l'università: tempo necessario 3-4 giorni. E per me il calcio è sempre stata una cosa importantissima dall'età di 6 anni)! Per altre stupidate ci ho messo dei mesi.
E credo che, appunto, il motivo sia scendere a compromessi tra quello che vorrei e quello che le alternative propongono.
Però purtroppo ci sono diversi ostacoli, tra i quali capire esattamente cosa voglio e capire esattamente cosa le alternative sono in grado di offrire.
Insomma, sarà per il carattere un po' fifone e un po' ingegneristico, difficilemente mi butto senza avere una buona idea di cosa mi aspetta. E forse questo a volte è un limite...
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