lunedì 16 marzo 2009

Cambio vita

E' praticamente fatta... 
Tanti mesi a pensare, come fare, cosa fare, incartamenti, conti, progetti. E adesso è tutto lì, si può toccare, sporcare, pulire, arredare... 
E' tutto così naturale... non poteva essere altrimenti. La naturale prosecuzione delle cose è trasferirsi in quella casa. Nessun trauma, nessuna particolare palpitazione o agitazione. Solo e semplicemente una linea che continua, senza discontinuità.
Si certo, un po' di emozione, ma mi sorprendo ad essere tranquillamente pacato.
Eppure è un cambiamento così grande. C'è che mi ha detto che adesso sono diventato grande.
Mah, sarà... ma non ne sono convinto. La sensazione è quella di essermi scrollato di dosso una maschera che dovevo indossare per forza. C'ho pensato, ma non so esattamente quale maschera (probabilmente ne ho troppe). Ma la prima che mi è venuta in mente è quella del "bravo figlio". A stare a casa dovevo essere il "bravo figlio". E comportarmi come tale. Non che fuori sia un deliquente. Fuori è semplicemente diverso e Loro, nemmeno se lo immaginano.
Adesso, cammino per le strade della mia nuova città, mi sembra di essere più leggero e più incosciente. Più spavaldo forse. Più menefreghista e libero. Sostanzialmente, il solito pessimismo (realismo), ma in un posto diverso. Non migliorerà nulla nella testa, ma almeno fuori sarà una nuova avventura.
La conquista più grande è: non devo chiamare la mamma se non torno a cena.
Ho un sacco di cose in più da fare: la spesa, la pulizia, le bollette, il mutuo, cucinare...
Eppure, chissenefrega. Non devo per forza farlo quando è necessario farlo, non devo per forza farlo bene, sempre. Lo voglio fare e lo farò, ma con leggerezza (leggerezza?). Quello che viene viene... E verrà bene, sarà onesto. Senza maschere, senza dover fare il "bravo figlio".
Non son più un figlio adesso.
Assurdo, ma mi sento così.

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